20/10/2016 - Notizie
Buon Ada Lovelace Day 2016!
L'11 ottobre 2016 è stata la ricorrenza dell'Ada Lovelace day. Una data legata a una delle più importanti donne della scienza, una giornata di ispirazione per le ragazze affinchè di interessino e si occupino di scienza e tecnologia. Augusta Ada Byron, poi Ada Lovelace, è stata una matematica inglese, che svolse un lavoro fondamentale nella progettazione della macchina analitica che prese il nome da Charles Babbage.
Ada era figlia legittima del poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke. Fin da giovane s'interessò alle scienze matematiche, e in particolare al lavoro di Babbage sulla macchina analitica. Anche se la macchina di Babbage non fu mai costruita, gli studi della Lovelace sono importanti per la storia del computer. Ada Lovelace aveva previsto anche la capacità dei computer di andare al di là del mero calcolo numerico, mentre altri, incluso lo stesso Babbage, si focalizzavano soltanto su questa capacità.
Tra i suoi appunti sulla macchina di Babbage si rintraccia anche un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, considerato come il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina, tanto che Ada Lovelace è spesso ricordata come la prima programmatrice di computer al mondo.
Il linguaggio di programmazione Ada, il cui sviluppo è stato finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, è così chiamato in suo onore.
Oggi è anche l'International Day of the Girl Child (http://www.unwomen.org/en/news/in-focus/girl-child) dedicato a 1.1 miliardo di bambine e ragazzine ricche di talente e creatività i cui sogni e potenzialità sono ostacolati dalla discriminazione, violenza, e mancanza di opportunità.
EVENTO
DOVE: Torino, Museo Piemontese dell'Informatica - MuPIn / Museo Internazionale dell'Informatica Mubit, Campus Luigi Einaudi, 100 A Lungo Dora Siena 10153 Torino
CHE COSA: Ada Lovelace Day
QUANDO: venerdì 14 ottobre 2016, 09:00 – 13:00
SITO E INFORMAZIONI: http://adaday.it/
In allegato il Programma e le informazioni
È stata Ada Lovelace a inventare alcuni dei concetti fondamentali ora usati dai nostri computer
Da: http://www.linkiesta.it/it/article/2015/05/10/ada-lovelace-la-madre-dei-computer/25815/ a firma Jacopo Colò
(..) Ada Lovelace era una bestia strana. All’inizio del 1800 non esistevano scienziati professionisti in Europa (la parola stessa, scienziato, fu inventata solamente nel 1836 da William Whewell) e la partecipazione di una nobildonna all’ambiente intellettuale era tutt’altro che incoraggiata. Ma Babbage vide qualcosa in lei. Nel 1839 le scrive in una lettera che crede «sia doveroso assecondare la tua predisposizione per la matematica». Qualche anno dopo le dà un titolo che corrisponde esattamente a quello inventato per sua madre da Lord Byron. Se la mamma di Ada era la “Principessa dei parallelogrammi”, lei era una “incantatrice di numeri”.
In quegli anni Ada e Babbage lavorano insieme al progetto della macchina differenziale. Dal prototipo visto da Ada nel 1833, la macchina diventa sempre più grande: l’ultimo progetto della macchina differenziale che conosciamo è così e complicato che ci voleva un motore a vapore per azionarlo. O, meglio, ci sarebbe voluto un motore a vapore per azionarlo. Perché la macchina differenziale — seppur concettualmente valida — era troppo complicata e troppo costosa per essere costruita veramente e né Babbage né Ada la videro mai realizzata. Il governo britannico, che aveva commissionato il progetto a Babbage, smise di finanziarlo nel 1842 dopo aver investito senza risultati concreti oltre 17mila sterline. Ma a quel punto i lavori di Ada e Charles erano già andati oltre: i due sognavano macchine ancora più grandi e potenti.
Dopo la macchina differenziale, in grado di fare solamente somme e addizioni, infatti, arriva la macchina analitica. Un calcolatore in grado di fare somme, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni, comparazioni e radici quadrate. La macchina analitica è ancora più complicata della macchina differenziale e, anticipando lo scetticismo inglese, Babbage cerca fondi per realizzarla altrove. Nel 1940, Babbage viene in Italia, a Torino, e presenta ad una conferenza il progetto per la macchina analitica. La speranza è di Babbage è di riuscire a dimostrare l’interesse di altri Paesi per la sua macchina e di convincere così il governo britannico a finanziarlo ancora.
A Torino, Babbage incontra un giovane matematico italiano, Luigi Federico Menabrea (se avete già sentito il nome da qualche parte è perché Menabrea diventerà Presidente del Consiglio del Regno d’Italia dal 1867 al 1869) che promette a Babbage di pubblicare un documento con una descrizione del suo progetto.
Perché far pubblicare a un italiano una descrizione della macchina analitica? In parte per ingelosire il governo britannico e in parte perché Babbage, scontroso e irascibile, era poco propenso a pubblicare in prima persona materiale sulle sue ricerche. A spingerlo in quella direzione era invece Ada, che riconosceva l’importanza di comunicare cosa era — e cosa poteva essere — la macchina analitica e promuoverne lo sviluppo. Perché Menabrea pubblichi il suo resoconto ci vogliono quasi due anni. E non solo: il documento viene pubblicato in francese, col titolo di Notions sur la machine analytique de Charles Babbage e su una rivista svizzera, la Bibliothèque Universelle de Genève. A questo punto, Ada, si mette in gioco in prima persona. Convince Babbage dell’importanza di pubblicare in inglese il documento sulle sue ricerche e il matematico la invita a tradurre il testo di Menabrea, aggiungendo qualche nota personale.
Nell’anno successivo Ada traduce e annota l’articolo, intuendo qualcosa che nemmeno Babbage aveva capito della macchina che i due avevano sognato insieme. La macchina analitica dal punto di vista formale era molto simile a un attuale computer: aveva un sistema di input per inserire dei dati, un sistema per l’elaborazione dei dati e un meccanismo di output per restituire dei dati trasformati. Ma una cosa lo differenziava dai computer: poteva manipolare solamente numeri.
Ada capisce che la macchina analitica può fare molto di più: manipolare numeri che rappresentano simboli. Che cosa sono questi simboli? Lettere dell’alfabeto, note musicali, informazioni. Grazie alle note di Ada e alle aggiunte al documento di Menabrea, da calcolatore, la macchina analitica si trasforma in un computatore: una macchina in grado di manipolare simboli seguendo delle regole. Una macchina in grado di essere programmata. Una macchina in grado di eseguire qualsiasi programma. È il più antico antenato dei nostri computer.
Il testo originale pubblicato da Menabrea era lungo 8mila parole, quello annotato da Ada supera le 20mila e viene pubblicato nel 1843 nella rivista britannica Taylor’s Scientific Memoirs, è firmato solamente con le iniziali AAL, ma tutti sanno per che cosa stanno: Augusta Ada Lovelace. Nell’articolo, Ada spiega con chiarezza il funzionamento della macchina analitica e trova spazio anche per un pizzico di quella poesia da cui la madre aveva tanto cercato di allontanarla. Per descrivere il funzionamento della macchina, scrive che:
The Analytical Engine weaves algebraic patterns just as the Jacquard loom weaves flowers and leaves («la macchina analitica tesse pattern algebrici esattamente come il telaio Jacquard [uno dei primi telai automatici della storia] tesse fiori e foglie»)
Il contributo di Ada Lovelace e Charles Babbage alla storia dei computer è straordinario ma anche incredibilmente in anticipo. Immaginarono il comportamento formale dei computer molto prima che esistesse la tecnologia in grado di realizzarli: esattamente come per la macchina differenziale, infatti, né Babbage né Ada vedranno mai la macchina analitica costruita veramente. Ci vorranno almeno altri cento anni perché il primo vero computer prenda forma e i pionieri dell’informatica degli anni Quaranta reinventeranno tutti i principi definiti da Babbage e Ada per dare vita ai primi computer elettronici. Questi computer saranno sostanzialmente dei potenti calcolatori, molto più simili alla macchina differenziale che alla macchina analitica, usati soprattutto per i calcoli balistici durante la Seconda guerra mondiale. Ci vorrà Alan Turing — che conosceva le note sulla macchina analitica di Ada Lovelace — perché i computer scoprano di poter tessere pattern algebrici, capiscano che i numeri non sono solo numeri ma rappresentazioni di qualcos’altro e realizzino il sogno nato oltre cento anni prima di Charles Babbage e Ada Lovelace.
Il pionieristico contributo di Ada Lovelace all’informatica è stato per molto tempo sottovalutato, ma negli ultimi decenni le cose sono cambiate parecchio. Dal 2009 ogni ottobre si festeggia l’Ada Lovelace Day, una giornata che vuole promuovere la partecipazione delle donne «nel mondo delle scienze, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica». Il più grande tributo al lavoro di Ada viene forse dal Dipartimento della Difesa statunitense. Nel 1977 un gruppo di programmatori furono incaricati di creare un nuovo linguaggio di programmazione che servisse da ponte tra le centinaia di linguaggi usati dal dipartimento. Nei sei anni successivi, il team creò DOD–1 (Department of Defence 1) che ben presto prese un altro nome, meno tecnico e più poetico: Ada.