Film "Ciao Robot"
“Ciao, Robot - La nascita della Roboetica” è un progetto diretto e ideato da Scuola di Robotica e co-prodotto da Scuola di Robotica e Wodan Produzioni per la realizzazione di un documentario dedicato ai problemi etici e sociali della robotica. La regia è di Manuel Stefanolo.
Il documentario - della durata di 52 minuti, in due edizioni, italiano ed inglese - sviluppa, attraverso una narrazione basata su storie, il problema posto alla società dai robot, le macchine più potenti mai costruite, destinate a cambiare la vita di molti. L’opera è dedicata a un pubblico vasto, formato da tutti coloro a cui interessano la scienza, la fantascienza, tecnologia e il modo in cui queste possano influire sulle nostre vite.
La lavorazione è iniziata nel 2004, in occasione del Primo Simposio Internazionale sulla Roboetica (Sanremo, 30-31 gennaio 2004) e si è conclusa nel 2009. Quattro anni di lavorazione, oltre cento ore di girato, quaranta interviste a scienziati, filosofi e sociologi di dodici nazioni diverse.
Questi pochi numeri possono rendere l’idea dell’ampiezza del progetto: un “work in progress” che ha trovato strada facendo la sua dimensione stilistica e narrativa.
“Quando abbiamo iniziato a pensare alla realizzazione di un documentario sulle problematiche etiche della robotica – ha scritto Stefanolo - abbiamo capito subito che ci saremmo trovati di fronte a due grandi problemi. Il primo era legato alla necessità di rendere concreta, visibile e quindi cinematografabile la roboetica, ovvero un concetto astratto. Il secondo era invece legato alla difficoltà di sintetizzare, in un video di cinquanta minuti, una scienza complessa come la robotica; una scienza che ha una vastissima gamma di applicazioni: dalla medicina alle armi, dall’archeologia al piacere sessuale.
Normalmente si parte da un testo - la sceneggiatura - per passare successivamente alle riprese e, infine, al montaggio. Nel caso di Ciao Robot il lavoro ha avuto un percorso quasi inverso. Inizialmente abbiamo realizzato una lunga serie di interviste a robotici di tutto il mondo. Le interviste sono state trascritte su schede che, in seguito, sono state ordinate per tematiche. Questo lavoro ci ha permesso di individuare i temi ricorrenti, le convergenze e le divergenze di opinioni: ci ha permesso di creare lo scheletro del documentario, intorno al quale avremmo dovuto costruire l’involucro della narrazione”.
Attraverso le parole di Gianmarco Veruggio - il robotico che ha lanciato l’idea della roboetica - dei robotici giapponesi Irochika Inoue e Atsuo Takanishi, dello statunitense Ronald Arkin, del danese Henrik Christensen, degli italiani Bruno Siciliano e Paolo Dario, e di tutti gli altri scienziati e uomini di cultura intervistati, abbiamo cercato di capire quali potrebbero essere i prossimi sviluppi delle “macchine intelligenti” e a quali scenari potrebbero condurci: ogni avanzamento della ricerca può portare ad un beneficio ma mette nelle mani dell’uomo strumenti sempre più sofisticati e potenti: strumenti sempre più pericolosi. Alla base del documentario si trova l’idea di una scienza riflessiva, che deve necessariamente porsi domande sul valore sociale di ciò che fa, sul suo impatto ambientale ed economico, politico ed etico: una scienza socially accountable, socialmente responsabile del suo operare, una scienza che si fa negoziando e discutendo attraverso la comunicazione.
Altre informazioni su www.ciaorobot.org