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Scuola di Robotica

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04/02/2015 - Notizie

Firewall alla scuola Bertani poi sul truck della Polizia Postale per accogliere altre classi.

Firewall alla scuola Bertani poi sul truck della Polizia Postale per accogliere altre classi.
Tempo di lettura Tempo di lettura: 1.5 minuti

"Reduce dal terzo giorno consecutivo di immersione nel Progetto Firewall, mi siedo al pc e faccio quello che mi riesce d'istinto: scrivo. Prima alla scuola Bertani per due incontri, poi sul truck della Polizia Postale per accogliere altre due classi. Come è andata? Bene, benissimo direi." (Da L'Uomo di Latta)

Il blog L'Uomo di Latta partecipa e segue il Progetto Firewall in tutti i laboratori nelle scuole, e nelle conferenze con gli adulti.

Ecco un resoconto recente.

"Reduce dal terzo giorno consecutivo di immersione nel Progetto Firewall, mi siedo al pc e faccio quello che mi riesce d'istinto: scrivo.
Prima alla scuola Bertani per due incontri, poi sul truck della Polizia Postale per accogliere altre due classi.
Come è andata? Bene, benissimo direi.
Ci sono cose che, se raccontate, non rendono mai come quando vengono vissute davvero; una di queste cose sono i laboratori, in particolare quelli dedicati alle persone, fatti di gesti, interazioni, espressioni, addirittura di volti. Volti, veri.
Firewall è proprio questo, è un progetto dedicato alla comunicazione non verbale, a quella affidata alle immagini, alle parole e agli strumenti tecnologici che ogni giorno si rincorrono, sempre più nuovi, sul web e sui social network.


Chi di voi ha uno smartphone? Chi usa whatsapp? Chi sa cosa sia una emoticon?


Se pongo queste domande a un gruppo di ragazzini e ragazzine dagli 11 ai 14 anni difficilmente troverò qualcuno che non conosce il magico mondo della rete, nel bene e nel male.
In questi tre giorni ci sono passati davanti poco meno di cento alunni di classi della Scuola secondaria di primo grado e con loro abbiamo ragionato sull'uso degli strumenti a disposizione di ognuno di noi: le chat, i forum, facebook, instagram, ask, tutte piattaforme estremamente frequentate dagli adolescenti e, molte volte, utilizzate in maniera davvero poco consapevole.
Quanto è diverso esprimere un'emozione da come lo facciamo quando siamo in presenza? Quanto è ancora più complicato farlo attraverso i fumetti colorati di una conversazione on line?


E inoltre, la rete è sempre sicura? Dove si nascondono i pericoli? Quanto può essere dannoso pubblicare una fotografia di un minore o aggiungere un amico inconsapevole su un gruppo whatsapp, diffondendone immediatamente il numero di telefono?
Per capire quanto della nostra attività sia rimasto ai ragazzi incontrati in questi giorni, ho deciso di pescare tre risposte casuali dai questionari che hanno compilato per noi, in forma anonima, al termine del laboratori.


La domanda alla quale abbiamo chiesto loro di rispondere è questa:
Il laboratorio Firewall mi ha fatto capire che...
Ecco le tre risposte che ho estratto in maniera casuale:

  • Ci sono persone che ti possono rubare l'identità
  • Devo usare internet con consapevolezza e che tutto quello che pubblichiamo su internet non si può cancellare, rimane tutto
  • E' molto importante stare attenti a quello che postiamo sui social network e leggere la privacy di un sito

C'è una parola che mi ha colpito particolarmente, tra queste risposte random, e l'ho sottolineata scrivendola in grassetto: consapevolezza. E' proprio questo l'intento con cui portiamo avanti il Progetto Firewall, rendere consapevoli delle proprie scelte, dei propri diritti e dei propri doveri i nostri ragazzi, senza accuse, preconcetti e allarmismi, ma con semplici indicazioni sul rispetto della libertà, propria e altrui.
La rete Internet è uno strumento favoloso ma, come tutti gli strumenti, occorre imparare ad usarlo.
Siate Vigili.

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Divulgazione, Scienza&Società