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Scuola di Robotica

Scuola di Robotica

01/03/2010 - Articoli

WIRED

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Sul numero di Marzo 2010 di Wired, Gianmarco Veruggio ha scritto la "Password" intitolata , in cui sostiene la candidatura di Internet al Premio Nobel per la Pace 2010.

<I miei robot per la pace>

Sono sempre stato affascinato da Internet, dalla possibilità di scambiare informazioni con chiunque in ogni parte del mondo e di mettere in rete le mie conoscenze, diventando parte di una nuova Intelligenza Collettiva. Normale quindi che nel 1995, anno dei pionieristici esperimenti di Internet Robotics di Ken Goldberg alla University of Southern California, io abbia pensato in chiave di rete l’intero progetto del robot sottomarino Romeo.

Come funziona Romeo? Una rete collega i vari processori, sensori e attuatori del robot ed è collegata alla rete locale per le attività di progettazione, simulazione e sviluppo. Ma il sistema può essere collegato a internet, per una gestione remota di tutte le attività, compreso il controllo del robot stesso.Questo ci ha permesso di abbattere le pareti fisiche del nostro laboratorio: potevamo lavorare fianco a fianco, in due stanze diverse, o addirittura ai due capi del mondo, come nel 2001 in Antartide e nel 2002 in Artico. Non solo scambio quindi, ma anche creazione cooperativa del sapere, da parte di un team distribuito, con la possibilità di coinvolgere idee ed esperienze da tutto il mondo. E la possibilità per ricercatori residenti in luoghi meno fortunati o meno ricchi di far parte di team di avanguardia e accedere a risorse sperimentali altrimenti inaccessibili. Ecco perché il manifesto del progetto era “Romeo: a Testbed Vehicle for the Virtual Lab”.

Questo pensare interdisciplinare mi ha permesso di comprendere che la robotica offrirà grandi opportunità tecnologiche ed economiche, ma porrà anche grandi sfide etiche. È un problema non nuovo - basti pensare al nucleare o agli OGM - calato però nello scenario fantascientifico di un mondo popolato di uomini e macchine autonome; di intelligenze naturali e artificiali interconnesse. Ed allora occorre il contributo di tutti, ma soprattutto di quelli che questa rivoluzione la vivono in prima linea: i ricercatori stessi. Ecco il perché del mio impegno per una Roboetica, cioè un’etica applicata allo sviluppo e all’impiego dei robot.In questa sfida, il fattore che può cambiare le sorti della partita è la conoscenza dei problemi e la condivisione degli sforzi per trovare soluzioni. Ma, soprattutto, la conoscenza dell’altro. Uno dei problemi fondamentali di un’etica universale nel terzo millennio è infatti l’armonizzazione dei valori, che spesso non trovano uguale interpretazione nelle differenti culture, religioni e sistemi politici.

Per tutto questo è fondamentale disseminare la conoscenza della tecnologia, e delle sue implicazioni, in particolare fra i giovani, da qui la missione di Scuola di Robotica, di cui Internet è l'asse portante. La nostra strategia è infatti basata sulla costruzione di un network di studenti e di insegnanti, stimolati ed aiutati a crescere e a sviluppare autonomamente progetti, secondo un metodo di lavoro cooperativo in rete. L'obiettivo è far crescere una generazione di ragazzi e ragazze che comprenda e manipoli le potenzialità della tecnologia, ben al di là dei videogame e dei social network, in un futuro in cui ogni macchina sarà diventata un robot e tutti i robot saranno collegati in rete.

Internet fornisce a queste sfide una risorsa inestimabile e, se riusciremo nella corsa contro il tempo di prevenire uno sviluppo dissennato e suicida della robotica, sarà anche grazie a questo strumento di conoscenza e reciproca comprensione fra esseri umani. Per questo condivido in pieno la candidatura di Internet al Premio Nobel per la Pace.

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Roboetica, Scienza&Società