Menu
Cerca
English

Scuola di Robotica

Scuola di Robotica

26/05/2014 - Articoli

Robotica Creativa e New Technology: un supporto reciproco per l’apprendimento

Robotica Creativa e New Technology: un supporto reciproco per l’apprendimento
Tempo di lettura Tempo di lettura: 1.5 minuti

Nell'articolo pubblicato su Educazione 2.0, Immacolata Nappi, docente della Scuola in ospedale "Gaslini" di Genova sviluppa tre concetti relativi all’approccio costruttivo- costruzionista di “artefatto cognitivo”, di “micromondo” e di “edutaiment” applicati alla robotica edfucativa nella Scuola in Ospedale.

L'articolo di I. Nappi conclude, su Eduazione 2.0, la serie dedicata alla Robotica Creativa nella scuola in Ospedale.

Potete trovare l'articolo qui : http://www.educationduepuntozero.it/tecnologie-e-ambienti-di-apprendimento/robotica-creativa-new-technology-supporto-reciproco-l-apprendimento-40102012153.shtml,    e la serie completa qui: http://www.educationduepuntozero.it/ricerca/cerca.action?ricerca.autore=Immacolata%20Nappi

Ne pubblichiamo l'inizio, ringraziando l'Autrice ed Educazione 2.0:

"La Robotica Creativa, disciplina ormai consolidatasi nell’ambito della didattica della Scuola in Ospedale[1], si connota, di primo acchito, quasi come un’estensione creativa della Robotica Educativa – la prima New Technology (NT) da considerarsi nell’ambito di questa trattazione – di cui condivide principi teorici e impostazione metodologica, che sinteticamente potrebbero riassumersi in tre concetti.

Mi soffermerei, a questo punto, su tre concetti relativi all’approccio costruttivo- costruzionista di “artefatto cognitivo”, di “micromondo” e di “edutaiment”.
Secondo l’idea papertiana[2], una struttura mentale si origina dalla comprensione di “idee potenti”; le nozioni di per sé sono importanti, ma rimangono idee vuote se non sono supportate dall’interesse e dalla fantasia[3].
Un “artefatto cognitivo” è un oggetto, materiale o simbolico, che facilita specifici apprendimenti (strumento prostetico)[4].
Un micromondo è una versione semplificata, ma completa, di un qualche dominio d’interesse, che riproduce i processi di apprendimento naturale, favorendo così nel soggetto che apprende la creazione d’idee del mondo circostante, esplorate criticamente, in maniera attiva e partecipata, attraverso un processo di coerenza interna. È una vera e propria “palestra cognitiva”, dove si pratica una specie di continuo “problem finding” (individuazione di problemi) e problem solving (risoluzione di problemi emergenti)[5].

L’“edutaiment” (educare giocando), elemento integrante della costruzione dei micromondi, è alla base delle due discipline finora considerate e ne rende più appetibile e creativo, e più personale, l’apprendimento.
Tale modalità di apprendimento risulta essere ancor più potenziata nella Robotica Creativa, nella quale il bambino ha la possibilità non solo di apprendere “giocando”, ma “costruendosi il proprio giocattolo” (creando il tipo di robot che più gli piace: antropomorfo, esapode, ecc.) accessoriandolo come meglio crede – attraverso una vasta gamma di materiali di riciclo, in gran parte elettronici – e facendogli eseguire piccoli automatismi (dal movimento all’illuminazione, alla ventilazione, ecc.) attraverso la semplice meccanizzazione dello stesso o attraverso una sua vera e propria programmazione al computer (tramite l’utilizzo di un microcontrollore), egli realizza così il suo “giocattolo intelligente”[6].

Partendo dal concetto di “edutaiment”, la Robotica Creativa potenzia l’elemento ludico-creativo che è alla base dell’originalità di ciascun atto creativo. Tale disciplina, infatti, si pone come un nucleo germinativo, che racchiude in sé il presupposto implicito sia della tecnologia sia della scienza: l’immaginazione creativa[7].

tags:

Robot@scuola, Robotica creativa, Scienza&Società, Scuole in Ospedale