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Scuola di Robotica

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28/04/2014 - Corsi per docenti

Comè andata? Corso sulla La robotica educativa come strumento di potenziamento nell’apprendimento

 Comè andata? Corso sulla La robotica educativa come strumento di potenziamento nell’apprendimento
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Sul blog L'uomo di Latta troverete un resoconto del corso che Scuola di Robotica ha tenuto il 23 aprile 2014 dedicato all'impiego della robotica educativa nell'autismo e DSA. Qui http://luomodilatta.wordpress.com/

Dal blog L'Uomo di Latta: http://luomodilatta.wordpress.com/

Il coordinatore del corso, Emanuele, scrive:

"Mercoledì 23 Aprile abbiamo tenuto un corso da un titolo molto lungo, dedicato alla robotica educativa applicata nelle problematiche di apprendimento e di relazioni come autismo (in gran parte) e dislessia (in piccola parte).
I partecipanti eterogenei fra loro ci hanno consentito di aprire un dibattito molto interessante partendo dalla legge sui BES (Bisogni educativi speciali) fino a esperienze reali e personali.
Ogni volta che mi confronto con questo mondo mi rendo conto che per me è molto difficile descrivere una didattica speciale, proprio non ci riesco. In questi anni di insegnamento e studio sul design ho fatto mio il motto “progettare per tutti, progettare per ciascuno” e anche nel caso della didattica reputo pericoloso cercare una didattica specifica, individuale e individualizzata.
Quando scrivo di queste cose capisco anche l’importanza delle parole, perché è un argomento così delicato in cui una parola sbagliata può essere deleteria nella ricezione del messaggio.
Per cui a scrivere questo post mi sento come a camminare sui carboni ardenti, la tentazione è quella di saltellare qui e là, in modo da non approfondire alcun argomento.
Ma partiamo da un dato di fatto, in questi anni di insegnamenti e di coordinamento di numerosi docenti mi sono sentito spesso chiedere delle soluzioni “individuali”, perché quando si parte dall’esperienza è quello che ti viene da chiedere.
E io in questi casi mi sento inutile e non idoneo alla definizione delle soluzioni.
Mi sento invece in grado di consigliare di dirigere il proprio insegnamento verso la “relazione” fra studenti della stessa classe, della stessa scuola, della stessa città e perchè no con studenti di altre città e di altri mondi.
Per mettere dentro tutta questa “relazione” nel mondo della scuola c’è bisogno di molto lavoro e di molta tecnica, utilizzare la tecnologia può consentire a bassi costi una relazione internazionale con quello che facciamo.
Il problema di oggi non è più un problema tecnologico (anche se nella gran parte delle scuole italiane il problema delle mancanza di tecnologia viene camuffato con il problema di mancanza di soldi) è un problema sociale.
E’ molto semplice usare le tecnologie in maniera solitaria, consentitemi il termine autistica, ma è molto difficile usarle in maniera sociale.
Di interazione. Di relazione.
Parto dalla mia esperienza personale, ricevo troppe email al giorno e questo non mi consente di gestirle in maniera umana e relazionale.
Per come sono fatto una risposta è pensata e ragionata, ma mi rendo conto che spesso non riesco a trovare il tempo per rispondere alle email e alle telefonate. Già stamattina (senza contare le richieste via email) ho 22 punti alla mia lista delle cose da fare. Alcuni compiti richiederanno ore e solitudine.
Mi guardo nel vuoto e cerco soluzioni sociali.
La prima è quella che se si vuole una relazione sociale, una interazione, bisogna armarci di pazienza.
Molta pazienza.
La seconda è che non dovremo pretendere risposte, ma solo dubbi.
Le risposte concludono la relazione, la riducono a una misera fornitura, quasi di tipo commerciale. Voglio una cosa, pago e la ottengo.
La relazione finisce lì.
E non è quello che vogliamo.
Vogliamo creare relazioni basate sul dubbio.
E allora eccomi al nodo cruciale della questione sull’apprendimento.
Semplice è insegnare incertezze.
Molto complesso è insegnare il dubbio.
Ora cerco di tornare alla realtà. Al corso che abbiamo appena finito.
Per la prima volta ho parlato del progetto ASK Nao, dove viene impiegato il piccolo umanoide nei casi di autismo. Ho solo informato i “miei studenti” del corso che esiste questo progetto. Ora tocca a me, studiare per creare dubbi.
Nella speranza che anche chi segue i nostri corsi ci ponga dubbi. Con pazienza e voglia di creare relazioni.
Questo articolo è stato pubblicato in L'Ematoriale e taggato come Autismo, Corso, Dislessia, NAO, Robot, Scuola di Robotica il 28 aprile 2014

tags:

Robot@scuola, Scratch