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Scuola di Robotica

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16/01/2012 - Eventi, Notizie

In memoria del Professor Paolo Rossi, filosofo della scienza

In memoria del Professor Paolo Rossi, filosofo della scienza
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Il 14 gennaio scorso è morto Paolo Rossi, profondo conoscitore della storia della filosofia e dell'evoluzione delle scienze. Si era interessato alla Roboetica e agli aspetti sociali ed etici della robotica, ed aveva partecipato ai lavori dell'Atelier sulla Roboetica nel 2006 e al seminario "Robotics: New Science", Accademia Nazionale dei Lincei (2008).

Per l'Atelier sulla Roboetica, rispetto ai propblemi etici, legali e sociali che la robotica sta ponendo, Paolo Rossi aveva rielaborato il suo Daedalus sive mehanicus, di cui riportiamo qui la conclusione:

"Le invenzioni meccaniche sono, agli occhi di Bacon, come Dedalo: possono migliorare l’esistenza degli uomini e tuttavia sono anche "strumenti di vizio e morte". I veleni e le macchine da guerra superano in crudeltà lo stesso Minotauro. Dedalo offre agli uomini, contemporaneamente e congiuntamente, le vie della perdizione e le vie della salvezza: una stessa persona ha costruito il Labirinto ed ha costruito il Filo utilizzato da Arianna per uscire dal Labirinto (..) Sono passati quattrocento anni da quando furono pensati questi pensieri. Abbiamo realizzato cose stupefacenti. Stiamo costruendo il Labirinto e contemporaneamente tentiamo di costruire il Filo d’ Arianna. Quel filo non ci verrà regalato. Potrà essere solo il prodotto di una più raffinata tecnologia. Possiamo fare affidamento solo su Dedalo. Il che vuol dire che, su questo problema, siamo ancora fermi a quel punto".

Riprendiamo qui una breve biografia di Paolo Rossi (P. Panza, Corriere.it)

Il filosofo Paolo Rossi, nato ad Urbino nel 1923, è stato il nostro maggior studioso di storia della cultura scientifica. Iniziò a studiarla quando nemmeno si insegnava nelle università umanistiche – perché condizionate dall’idealismo crociano – e neppure in quelle tecniche, come sciaguratamente continua ad avvenire. Fu allievo di Eugenio Garin a Firenze e poi assistente di Antonio Banfi all’università di Milano dove incominciò ad insegnare Storia della filosofia, passando dal ’66 a Firenze dove è rimasto sino al 1999, diventando poi professore emerito. Divenne celebre in ambito accademico per gli studi su La rivoluzione scientifica (titolo del suo libro del 1973) e noto all’estero, specie negli ambienti anglosassoni. Provenendo da una scuola, quella di Garin, che dava ampia attenzione agli studi dell’età umanistica, Paolo Rossi incominciò però a studiare l’avvento del fenomeno scientifico già nel XVI e XVII secolo.
SVILUPPO TERRESTRE – Uno dei suoi libri più affascinanti è, a mio avviso, I segni del tempo: storia della Terra e storia delle nazioni da Hooke a Vico (1979) un’affascinante ricostruzione delle teorie dello sviluppo terrestre, alcune delle quali tanto fortunate nei loro tempi quanto successivamente desuete. Si pensi solo alla cosiddetta «teoria mosaica» della storia della Terra, che spiegava la sua evoluzione a partire dal Diluvio universale di Noé, e nella quale i fossili – chiamati nel Seicento crostacei – altro non sarebbero che i simboli delle rovine della Terra. Altri suoi studi indimenticabili sono quelli sull’Arte della Memoria, ovvero la disciplina che tanta fortuna ebbe nel 5-600 che si occupava delle tecniche per sviluppare artificialmente la memoria attraverso complicati sistemi alfabetici e di immagini.

STUDI SULLA MEMORIA – In questo settore Paolo Rossi è stato l’unico paragonabile, per rilevanza di studi, a Frances Yates, la grande studiosa legata al centro Warburg ove inizialmente si svilupparono queste ricerche. Su questo tema Rossi ha lasciato libri indimenticabili come Clavis universalis. Arti della memoria e logica combinatoria da Lullo a Leibniz (1983) e Il passato, la memoria, l’oblio (1991, premio Viaregio l’anno dopo). Questi filoni di studio non sono dimenticati oggi in Italia; non solo a Firenze, ma anche attraverso gli sforzi divulgativi di altri studiosi, da Giulio Giorello – che spesso inserì i libri di Rossi nelle bibliografie dei suoi corsi – agli studi sulla memoria di Manlio Brusantin.

ALTRI TEMPI – Ovviamente hanno spazio anche nelle università straniere. Paolo Rossi ha studiato anche le figure di numerosi filosofi, come Bacone (Utet), Vico (Rizzoli), Diderot (Feltrinelli) e Rousseau (Sansoni) e diretto collane scientifiche per le case editrici Feltrinelli, Sansoni, La Nuova Italia e Olschki. Ha partecipato ai comitati di varie riviste quali: la Rivista di Filosofia, European Journal of Philosophy, Science in Context e Time and Society. E’ stato sempre difensore delle rivoluzioni scientifiche denunciando le diverse forme di «ostilità alla scienza» e del progresso, ma mai sguaiatamente. L’unico ricordo che ne ho è quello di un professore d’altri tempi, non dell’età di un’università squalificata e ridotta a parentopoli. Ovviamente è stato membro di un grande numero di associazioni culturali e nel 2009 gli è stato conferito il Premio Balzan «per i suoi decisivi contributi allo studio dei fondamenti intellettuali della scienza dal Rinascimento all’Illuminismo».

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