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Scuola di Robotica

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06/09/2018 - Articoli, Notizie

'Storie di umani e robot' al Festival della Comunicazione di Camogli

'Storie di umani e robot' al Festival della Comunicazione di Camogli
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Sabato 8 Settembre alle ore 16:00 Stefania Operto sarà al Festival della Comunicazione di Camogli per presentare lo spettacolo 'Storie di umani e robot' con Scuola di Robotica e Nao!

Dal sei al nove settembre 2018 si terrà a Camogli la quinta edizione del ‘Festival della Comunicazione’ che vedrà protagonisti alcuni tra i maggiori esperti nazionali e internazionali di comunicazione, divulgazione, scrittura e social media. Tra gli altri saranno presenti Piero Angela, Salvatore Aranzulla, Alessandro Barbero, Monica Maggioni e la sociologa Stefania Operto insieme allo staff di Scuola di Robotica.

Sabato pomeriggio alle ore 16:00 presso la ‘Terrazza delle Idee’, Stefania Operto modererà una conferenza interattiva con un titolo che incuriosisce: ‘SN-19: storie di umani e robot. L’avanzata dei robot: quale futuro per gli esseri umani?’. Insieme a Operto ci sarà un co-moderatore inusuale: Nao, uno dei social robot più famosi al mondo, che sarà protagonista di un dialogo sorprendente e dimostrerà quanto parlare con un robot possa essere naturale e piacevole.

Il tema della quinta edizione del Festival sono le 'Visioni' intese come ‘capacità di scorgere l’inedito, di vedere oltre il piano materiale e immaginare situazioni possibili e realizzabili’ e Stefania Operto ci accompagnerà nel mondo della tecnologia per capire come sarà, in un futuro non troppo lontano, la comunicazione tra robot e esseri umani. 

Ideatrice del progetto ‘Firewall: giovani pronti a navigare’, incentrato sulla relazione tra social media e nuove forme comunicative, da molti anni Stefania Operto svolge attività di ricerca sugli impatti della tecnologia nella vita quotidiana, con una particolare attenzione ai temi dell’uso consapevole, della sicurezza e, più in generale, a tutti gli aspetti riferibili all’interazione uomo-macchina. 

L’abbiamo intervistata per provare ad avere qualche indiscrezione su ciò che tratterà:

Stefania perché la robotica al Festival della Comunicazione?

‘La robotica è una delle tecnologie emergenti, quelle tecnologie caratterizzate contemporaneamente da una crescita rapida e dalla capacità di produrre impatti rilevanti. Tra i tanti ambiti in cui la diffusione della robotica produrrà impatti c’è naturalmente anche la comunicazione. Oggi, infatti, la comunicazione non avviene più solo tra esseri umani, ma anche tra esseri umani e macchine e tra macchine tra di loro’. 

Come cambierà il nostro modo di comunicare quando la rivoluzione robotica decollerà e i robot entreranno nelle nostre case?

‘Attualmente, in Italia ma non solo, la diffusione di robot nella vita quotidiana è ancora limitata a pochi esempi, ma ci sono contesti in cui si sta rapidamente diffondendo e secondo diverse stime nei prossimi anni ci si attende un rapido sviluppo dei robot cosiddetti sociali. Se per comunicare gli esseri umani hanno progressivamente sistematizzato un sistema di codici, pensiamo ad esempio ai codici linguistici, analogamente ci troveremo di fronte a imparare un codice per comunicare con i robot e per capire i meccanismi che regolano la comunicazione tra robot’.

Come è cambiato il modo di comunicare da quando la tecnologia ha iniziato a invadere il nostro spazio privato?

‘Questa è una domanda che richiederebbe molto tempo e parole per rispondere. Naturalmente il primo riferimento è alla diffusione degli smartphone e alle applicazioni connesse e su questo tema ci sono ricerche ormai consolidate. Le faccio un solo esempio: pensi al ruolo della punteggiatura nella comunicazione; ecco, oggi mettere un punto alla fine di un messaggio digitale può venire letto dal destinatario come distanza, freddezza, poca empatia e anche mancanza di sincerità, contrariamente a quanto previsto dalle regole grammaticali’.

Quali sono gli aspetti più interessanti della human-robot interaction?

‘Le ricerche evidenziano che le persone mostrano forti aspettative verso la diffusione della robotica ma, al contempo, anche perplessità e timori. Ad esempio, molti temono di delegare a un robot azioni di cura dei propri cari o non concordano sull’opportunità che i robot possano svolgere compiti di tipo ‘affettivo’. Le persone sperano che i robot possano liberare quote di tempo ora dedicate a lavori magari ripetitivi ma, allo stesso tempo, temono di poter essere sostituite. Che dire: noi esseri umani siamo spesso contraddittori, un robot potrebbe esserlo altrettanto? Io, ad esempio, parlo spesso con le macchine, ma la prego di non dirlo in giro’. 
 

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NAO, Scienza&Società