03/08/2018 - Articoli, Conferenze
Roboetica: Gianmarco Veruggio al #WeChangeIT Forum di Data Manager
Gianmarco Veruggio ha tenuto una conferenza all’evento annuale di Data Manager, dedicato ai temi dell’intelligenza artificiale. Perchè è necessaria la Roboetica. Comprendere la complessità dei fenomeni.
Gianmarco Veruggio ha tenuto una conferenza il 21 giugno 2018 all'evento annuale di Data Manager.
Di seguito una sintesi del suo intervento, con le domande postegli dal coordinatore, Dr. Mariggiò.
Qui l'originale: http://www.datamanager.it/2018/09/gianmarco-veruggio-etica-e-trasformazioni-tecnologiche/
(nell'immagine: Gianmarco Veruggio in Antartide)
Mariggiò, Data Manager. Ci preoccupiamo che le macchine possano sviluppare una coscienza ma diamo per scontato che le persone possano agire senza averne alcuna…
Veruggio. Il dibattito sulla eventuale “coscienza” delle macchine è chiaramente originato dalle caratteristiche proiettive della nostra imperfetta e parziale coscienza umana. Le domande senza risposta sull’origine della nostra specie e della nostra intelligenza, sia su questo pianeta che nel cosmo, si riverberano sulla costruzione di macchine a nostra immagine e somiglianza, dai miti e leggende dei tempi antichi alle opere di fantascienza contemporanee. In realtà non v’è alcun presupposto scientifico a tali prodotti della fantasia e pertanto l’unico dibattito serio riguarda la direzione che l’umanità vuole dare allo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale e all’uso che vuole farne.
Per questo è nata la Roboetica, per costruire un’etica umana in grado di gestire questa rivoluzione nella direzione di un vero progresso umano e civile.
Etica e trasformazioni tecnologiche. Oggi se ne parla anche a livello Europeo con una commissione ad hoc…Le ha fondato ha i temi della roboetica in Italia…Non esiste separazione netta tra AI e Robotica…
Veruggio. Io sono poco interessato alle disquisizioni accademiche su cosa debba intendersi per intelligenza artificiale o robotica. Come robotico ricordo le discussioni dei primi anni novanta sul cosiddetto “intelligent control” contrapposto al cosiddetto “conventional control” o, una decina d’anni dopo, quelle interne alla Robotics and Automation Society per definire cosa fosse la robotica (Robotics focuses on systems incorporating sensors and actuators that operate autonomously or semi-autonomously in cooperation with humans. Robotics research emphasizes intelligence and adaptability to cope with unstructured environments.) Io sono affascinato dalla convergenza di robotica, intelligenza artificiale, reti e big data, senza parlare degli sviluppi delle neuroscienze. Un melting pot straordinario dove la sinergia tra queste tecnologie sta imprimendo un ritmo esponenziale al progresso tecnologico e alle applicazioni possibili.
È fondamentale che le istituzioni comincino ad approfondire i numerosi temi etici, legali e sociali generati da questa epocale rivoluzione scientifica e tecnologica, di cui intravediamo oggi soltanto le prime timide avvisaglie.
Se utilizzeremo l’intelligenza artificiale solo per vendere un paio di scarpe in più, non solo avremo sprecato la straordinaria opportunità di capire di più il mondo, ma avremo commesso l’errore di adattare il nostro mondo all’ambiente operativo di una macchina, e non viceversa?
Veruggio. Non bisogna commettere l’errore di pensare al mondo del futuro imprigionati negli schemi del presente. In realtà cambierà tutto. Cambierà profondamente la struttura della produzione e distribuzione dei beni e questo potrà avere un impatto sull’impostazione stessa dell’organizzazione sociale, il che, unitamente ad altri fenomeni di rilevanza epocale (global warming, ageing society, crisi politiche globali) potrà creare scenari nuovi ed imprevedibili. Ora si fa un gran parlare di robot che ci rubano il lavoro ma il problema ad esempio potrà essere che non avremo abbastanza robot rispetto alle attività richieste – dato anche l’invecchiamento della popolazione mondiale - e abbastanza figure professionali adeguate al mercato e all’indotto della robotica (a causa dell’obsolescenza dei programmi scolastici). Occorre quindi grande apertura mentale e grande capacità di comprendere e gestire la complessità.
Lei ha firmato la lettera dei ricercatori per bloccare il coinvolgimento di Google nelle applicazioni militari. Perché AI e Robotics sono sotto interrogativo etico?
Veruggio. Perché AI e Robotica sono strumenti straordinariamente potenti che, se applicati indiscriminatamente al settore militare, possono mettere seriamente a repentaglio la sopravvivenza dell’umanità. Per questo riteniamo che i sistemi robotici offensivi debbano essere considerati alla stregua di armi di distruzione di massa e, al pari di armi Atomiche, Biologiche e Chimiche, debbano essere messi al bando dalla comunità internazionale.
Ogni trasformazione tecnologica non è indolore. Ma non si può guardare al futuro cercando risposte nel passato. Siamo davanti a qualcosa di completamente nuovo. La logica della tecnica è spietata si basa sulla maggiore produttività al minimo costo possibile. Chi pagherà il prezzo più alto?
Veruggio. Lo scenario in cui viviamo è quello di una rivoluzione industriale molto più veloce e drammatica di quelle vissute in passato e quindi, come nel passato, dobbiamo aspettarci problemi sociali che sarà compito dei decisori e della società attiva cercare di risolvere per evitare che il mondo precipiti in crisi destabilizzanti. Quello che è certo è che vi sarà sempre minore necessità di lavoro, fisico ma anche di concetto, puramente operativo e routinario, quindi avremo una società che funzionerà con una minore quantità di lavoro umano, ma di migliore qualità. Sarà pertanto necessario un grande sforzo di aggiornamento professionale e un sostegno pubblico per accompagnare nella transizione le fasce sociali più svantaggiate in quanto meno dotate degli strumenti culturali necessari ad apprendere compiti più complessi.
Non ci sono scorciatoie. Imparare nuovi linguaggi è l’unico modo per comprendere il mondo che cambia: Scuola di Robotica è un esperimento riuscito in questa direzione che scommette sul futuro partendo dalla scuola: leggere, contare e fare coding…
Veruggio. Iniziata vent’anni fa cercando di colmare il gap tra scuola e innovazione e promuovere negli studenti la gioia del cambiamento, dell’innovazione, Scuola di Robotica ha come obiettivi di innovare la didattica utilizzando la robotica educativa come strumento per aggiornare i programmi delle singole discipline.
Scuola di Robotica non è una scuola tradizionale, racchiusa in un palazzo con le aule, i banchi e le lavagne, poiché vuole promuovere la conoscenza della Robotica nelle strutture educative e formative già esistenti. Nell’epoca del cyber-spazio si pone l’obiettivo di modernizzare non solo i contenuti ma anche i metodi educativi della scuola tradizionale. Scuola di Robotica raggiunge le scuole attraverso Internet e le tecnologie della comunicazione, al fine di promuovere forme di collaborazione fra le scuole per sperimentare nuove attività in rete, nell’ambito di un Laboratorio Virtuale Distribuito.
La robotica attrae i ragazzi e le ragazze per vari motivi, che vantano ormai una letteratura importante. Soprattutto, le ragioni di questo interesse giacciono all’esterno della scuola, nella particolare caratteristica di quello che sembra essere ormai una nuova scienza – la robotica – che sta riunendo discipline e competenze trasversali, dal mondo delle scienze fisiche e matematiche a quello delle discipline umanistiche.
Dal 2000, Scuola di Robotica è diventata un punto di riferimento nazionale e internazionale per molte attività di ricerca e applicazione nel settore robotica&società, in quello della robotica nella didattica e nel campo del comunicazione della scienza e tecnologia.
Qual è la morale della favola? (Messaggio provocazione finale)
Veruggio. La realtà del mondo ha raggiunto livelli di complessità che non è più possibile descrivere con modelli e stereotipi antiquati. Non si può racchiudere il nostro futuro in vecchi schemi e slogan. Occorre un notevole impegno e discrete basi culturali per sperare di essere cittadini liberi di decidere il proprio futuro. Questo significa che la battaglia più importante è quella per l’istruzione e l’educazione.